Vanity sizing: conoscete questo termine? Io l’ho imparato leggendo “Specchio delle mie brame” di Maura Gancitano…
È un fenomeno che ha iniziato a diffondersi negli anni ’90 e che consiste nel modificare le taglie per compiacere la vanità dei clienti.
Le taglie dei vestiti sono diventate sempre più grandi nel corso degli anni: per fare un esempio, un girovita di 70 cm che negli anni 80 corrispondeva ad una taglia 44, oggi corrisponde ad una 42 .
Vanity sizing: perché i marchi di vestiti hanno fatto questa scelta?
Naturalmente per vedere di più, facendo come sempre leva sulle nostre insicurezze a loro volta legate agli standard di bellezza grassofobici diffusi nella nostra cultura.
Cerchiamo di capire meglio: cosa provi quando, nel camerino, ti accorgi di entrare in una taglia più piccola? Forse soddisfazione, gioia, compiacimento?
Ed invece cosa succede se la taglia che va bene per te in quel momento è più grande di quella che acquisti di solito o che acquisti in un altro negozio?
Invece di normalizzare ogni corpo, dimensione e taglia, creiamo taglie più grandi per avere la sensazione di avere un corpo più piccolo e quindi più accettabile! E magari così possiamo anche deridere chi invece è più grasso di noi e acquista taglie più grandi!
Nel libro ho appreso un’espressione che ben si accompagna al vanity sizing, che è “la dittatura della taglia 42“.
Va ovviamente precisato che, nonostante le taglie sia diventate più grandi, è ancora oggi molto difficile…
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