Cosa significa meditare

Spesso quando parlo per la prima volta della Mindfulness ai miei pazienti, mi guardano in modo perplesso e mi chiedono:

“Ok, ma quando mi siedo per meditare, in concreto, cosa devo fare?”

Questa domanda è più che legittima e dipende dal fatto che spiegare a parole uno stato mentale o un esperienza è senz’altro meno efficace che provarla davvero in prima persona.
Come diceva Jon Kabat-Zinn è un po’ come se provassimo a descrivere a parole il sapore delle fragole a chi non le ha mai mangiate. Probabilmente la cosa migliore sarebbe fargliele assaggiare!
Per fugare ogni dubbio la cosa migliore è, quindi, quella di guidarli per qualche minuto nella loro prima pratica di Mindfulness, solitamente una breve meditazione sul respiro.

Se dovessi, però, scegliere con quali parole rispondere alla domanda iniziale, io direi che:

la pratica della meditazione consiste nel portare la nostra attenzione alle esperienze interne del momento (sensazioni corporee, pensieri, emozioni) o a quelle esterne (es. i rumori o odori) con un atteggiamento di accettazione non giudicante di ogni evento dell’esperienza presente

Quando siedi per svolgere la tua pratica quotidiana, tutto ciò che devi fare è semplicemente osservare con interesse ed apertura quello che c’è, quello che i tuoi sensi raccolgono. Qualsiasi cosa ci sia nell’esperienza presente va bene. Il tuo compito è osservare tutto ciò come se fossi uno scienziato curioso e non farti catturare da nessuno di questi stimoli.

Sembra semplice, ma non lo è!

Mantenere questo stato di accoglienza e non giudizio verso l’esperienza del momento non è semplice, poiché pensieri ed emozioni facilmente prendono il sopravvento e ci portano altrove, creando stress e sofferenza oppure esponendoci ad una condizione di distrazione perenne (“mente che vaga”) che non ci permette di vivere pienamente il presente.
Tieni sempre, quindi, ben presente che la mente sicuramente sarà risucchiata via da qualcuno di questi stimoli ed è normale che sia così! La mente tende a ricamare catene di pensieri intorno a qualsiasi cosa, può essere un suono, un pensiero, un’emozione…
Quando questo succede non sei più lì, nel momento presente e la mente non è più connessa al corpo. Il tuo compito è accorgerti dove la tua mente è andata e spezzare questa catena di pensieri riportandola indietro, al presente, al corpo. Ed è possibile fare questo attraverso il respiro che diventa la nostra ancora, ciò che ci tiene legati al momento presente.

Infine, spesso alla domanda iniziale spesso rispondo così:

“Permettiti, per una volta nella tua giornata, il lusso di non fare niente, di essere semplicemente così come sei, nel momento presente, seduto con il tuo respiro”