Ortoressia: il paradosso del mangiare sano. La parola ortoressia deriva dal greco Orthos (giusto) e Orexis (appetito) e indica l’ossessione per il mangiare sano.
Va precisato che il desiderio di mangiare in maniera sana, non è un disturbo dell’alimentazione, ma si parla di Ortoressia quando l’attenzione per la qualità del cibo che si consuma diventa eccessiva e paragonabile ad un’ossessione, con conseguenze negative sulla qualità di vita e la salute dell’individuo. Attualmente l’Ortoressia non è stata inserita tra i Disturbi del Comportamento Alimentare (DSM V), ma sono stati proposti una serie di criteri diagnostici (Thom Dunn e Steven Bratman, 2016).
Le caratteristiche dell’ortoressia
Ci sono una serie di comportamenti che caratterizzando le persone con ortoressia come per esempio trascorrere molto tempo a pianificare il proprio programma alimentare, quali cibi acquistare, come cucinarli e consumarli. E’ presente un grande interesse per la provenienza del cibo e per le sue modalità di lavorazione e conservazione. Qualche volte si preferisce coltivare in prima persona verdure ed ortaggi.
Un altro aspetto che caratterizza l’ortoressia è programmare i pasti con molto anticipo per evitare alimenti ritenuti dannosi (contenenti pesticidi, ingredienti geneticamente modificati, oppure ricchi di zucchero o sale). Il cibo non viene mai scelto in base alle proprie preferenze di gusto e il piacere che si può trarre dall’alimentazione è bandito. Ogni ingrediente è selezionato solo per i propri benefici sulla salute.
Alimentazione e controllo
Le persone con ortoressia si sentono soddisfatte di sé e hanno una percezione di controllo sulla propria vita soltanto quando seguono le proprie rigide regole alimentari. Se si allontanano anche minimamente da esse sperimentano conseguenze emotive negative come senso di colpa, rabbia e umore depresso. Si possono verificare anche manifestazioni psico-somatiche come indigestioni, nausea, vomito. La colpa e la sensazione di perdita di controllo innescano un circolo vizioso, poiché spingono la persona a seguire le proprie regole con ancora più rigidità e tenacia, aumentando la probabilità di una successiva “trasgressione”.
Una conseguenza assai frequente è l’isolamento sociale. Non essendo facile condividere una scelta di vita così estrema se non con chi ha le stesse abitudini, spesso vengono evitati momenti di socialità, come un aperitivo o una pausa caffè. Può diventare complicato anche andare al ristorante o accettare un invito a cena: il cibo sano è una vera e propria questione morale, più importante delle relazioni sociali, lavorative e affettive.
Il paradosso dell’ortoressia
Sebbene la motivazione iniziale sia quella di fare scelte alimentari attente per mantenersi in salute, i comportamenti alimentari estremi messi in atto possono avere gravi conseguenze fisiche. Le regole alimentari seguite tanto scupolosamente non sempre hanno una solida base scientifica e sono piuttosto legate a mode alimentari discutibili e al passaparola. Escludere intere categorie di alimenti senza cognizione di causa può, infatti, portare a carenze nutrizionali (osteopenia, anemia, alterazioni ormonali, squilibri elettrolitici, avitaminosi, osteoporosi, atrofie muscolari ecc).
In secondo luogo, da un punto di vista psicologico è evidente che l’intento di controllare la propria vita per stare bene e mantenersi in salute, diventi esso stesso una “gabbia” per la persona, isolandola socialmente e restringendo il focus della propria esistenza ad un unico fattore, il cibo!
Ortoressia, il paradosso del mangiare sano: cosa fare?
Aiutare le persone con problemi di ortoressia non è semplice, poiché sono fermamente convinte delle loro convinzioni e di agire in modo corretto per la propria salute.
È necessario lavorare in modo congiunto dal punto di vista nutrizionale, facendo una buona educazione alimentare e psicologico al fine di mettere in luce i “bluff” che questo stile alimentare comporta.
L’obiettivo finale è sviluppare una relazione sana con il cibo, in cui gli alimenti non sono più visti come pericolosi, ma semplicemente per quello che sono, fonte di energia per l’organismo e, perché no, di piacere!
Dunn TM, Bratman S. On orthorexia nervosa: A review of the literature and proposed diagnostic criteria