Se ti interessa migliorare la tua relazione con il cibo e hai fatto un po’ di ricerca sul web, probabilmente avrai incontrato questi due approcci: Mindful Eating e Intuitive Eating.
Hai dei dubbi su quale scegliere? Questo articolo potrebbe aiutarti. Vuoi sapere quale dei due, secondo me, è il migliore? Leggi fino in fondo!
La Mindful Eating
Per Mindfulness intendiamo la capacità di portare intenzionalmente la nostra piena attenzione all’esperienza del momento presente, senza giudizio, raggiungendo uno stato mentale di consapevolezza delle nostre sensazioni fisiche, emozioni e pensieri. La Mindful Eating porta tutto questo nella nostra relazione con il cibo e nell’esperienza del mangiare.
Spiegare bene quali sono le implicazioni di questa “traslazione” richiederebbe sicuramente più spazio, ma provo a sintetizzare le cose più importanti.
Quando mangiamo con piena presenza (in modo “mindful”), riusciamo a notare i pensieri, le emozioni e le sensazioni fisiche che nascono dalla relazione che abbiamo con il cibo e con il corpo e questo ci aiuta a ricreare una connessione con i segnali del nostro corpo e la sua innata capacità di autoregolazione.
Ma non c’è soltanto questo! La Mindfulness porta con sé un insegnamento fondamentale, quello del non giudizio, che a mio avviso è fondamentale quando parliamo di cibo e corpo. Praticare la Mindfulness ci “allena” ad entrare in contatto con l’esperienza del momento presente senza giudicarla, permettendole di essere così com’è, e ciò vale anche per tutti i nostri eventi interiori (emozioni, pensieri…). Questo è fondamentale per migliorare la nostra relazione con il cibo, basata su tantissimi giudizi, regole rigide e conoscenze più o meno validate.
Intuitive Eating
L’Intuitive Eating è un approccio scientifico al comportamento alimentare che aiuta a ritrovare una relazione con il cibo che sia frutto di una spontanea integrazione tra bisogni e ambiente per raggiugere i nostri obiettivi di cura. E’ un approccio che fa parte del paradigma Health at Every Size: non ha obiettivi di manipolazione del peso, ma di benessere personalizzato che rispetti valori e le risorse delle persone, tenendo conto delle discriminazioni che riducono il diritto alla salute (definizione tratta da alcuni post della dott.ssa Veronica Bignetti).
Differenze
La differenza principale tra i due approcci, a mio avviso, consiste nella pratica formale1 della Mindfulness, o per meglio dire nel modo in cui la Mindfulness viene utilizzata.
Non sarebbe corretto, infatti, dire che nei percorsi di Intuitive Eating non vengano utilizzate abilità di Mindfulness! Però la pratica formale della Mindfulness, come strumento per allenare le nostre abilità di Mangiatori Consapevoli e rendere la nostra mente più benevola, è certamente un elemento distintivo dei percorsi di Mindful Eating.
Che cosa significa? Semplice, che verosimilmente se vi iscrivete ad un corso di Mindful Eating, la pratica formale della meditazione farà parte dei vostri compiti a casa, nonché delle attività proposte durante gli incontri.
Come dicevo sopra, anche l’Intuitive Eating si avvale delle abilità di Mindfulness. Dove le troviamo? Se avete letto qualche libro o articolo sull’Intuitive Eating, saprete che si basa su dieci principi e nella maggior parte di essi sono implicate abilità di Mindfulness. Se ti interessa approfondire in modo più dettagliato come la Mindfulness si interseca con i principi dell’Intuitive Eating, puoi leggere l’articolo specifico “Intuitive Eating e abilità di mindfulness“.
Aspetti in comune
Presupposti teorici fondamentali comuni
I due approcci si basano sostanzialmente sugli stessi principi di base. Entrambi si riconoscono nel paradigma Health at Every Size, presupponendo che tutti i corpi, indipendentemente dalla forma, dimensione o composizione, meritino cura, rispetto e nutrimento e che il perseguimento della salute non sia un imperativo morale: tutte le persone meritano accesso a servizi sanitari non stigmatizzanti.
Inoltre il peso è considerato come una rappresentazione imprecisa della salute o del benessere e viene supportata l’autonomia delle persone nelle decisioni alimentari, incoraggiandole a connettersi alla propria saggezza interiore per sapere cosa, quando e quanto mangiare.
A mio avviso l’Intuitive Eating pone un’enfasi ancora maggiore su due aspetti fondamentali: la posizione critica sulle diete e la giustizia sociale.
Somiglianze nella struttura dei percorsi
Nel libro “Il metodo alimentazione intuitiva. Fai pace con il cibo e liberati dalle diete una volte per tutte” di E. Tribole e E. Resch, le stesse autrici hanno inserito una tabella che mette a confronto i principi dell’Intuitive Eating e le componenti fondamentali del Mindfulness Based Eating Awarness Training (MB-Eat) che è il protocollo di riferimento per tutti i percorsi di Mindful Eating, mostrandocene la sostanziale omogeneità.
Protocollo MB-Eat (Mindul Eating) | Alimentazione Intuitiva |
Training sulla consapevolezza della fame | Onora la fame che hai |
Gusto e gioia nel mangiare | Scopri il fattore soddisfazione |
Consapevolezza del senso di sazietà | Rispetta il senso di sazietà |
Scelte alimentari basate sul gusto e sulla salute | Fai pace con il cibo/Onora la salute |
Non Giudizio | Contrasta la polizia alimentare |
Ascolto e soddisfazione dei bisogni emotivi | Affronta le emozioni con gentilezza |
Accettazione del corpo | Rispetta il tuo corpo |
Movimento consapevole | Fai movimento e senti la differenza |
Quale approccio scelgo?
A questo punto ti dirò la mia opinione su come scegliere un approccio piuttosto che l’altro. E no, non credo assolutamente che uno dei due sia migliore!
Per prima cosa cerca di capire se la pratica della Mindfulness è nelle tue corde: se ti accorgi che non è così, potresti non apprezzare moltissimo alcuni dei compiti a casa con cui avrai a che fare e alcuni momenti della scaletta dei vari incontri con il professionista che ti segue. Come dicevo sopra, la pratica formale della Mindfulness è parte fondamentale di questi percorsi, diciamo che è proprio “lo strumento del cambiamento“. Se hai questo tipo di perplessità, parlane comunque con il professionista che hai individuato, perché con un pizzico di curiosità e disponibilità verso il nuovo potresti fare delle interessanti scoperte!
Ma a dire il vero, il parametro più importante che ti consiglio di valutare per scegliere, è un altro! La persona con cui seguirai il percorso. Questo perché ogni professionista ha perfezionato la sua proposta ed il suo approccio integrando non solo le sue competenze e conoscenze, ma anche il suo modo di essere e comunicare, i suoi valori ecc
Quindi leggi articoli e post, ascolta gli interventi del professionista che hai individuato, spulcia il suo sito e così potrai fare la scelta migliore per te!
Preciso anche che, per quel che mi riguarda, è proprio una prassi quella di programmare una telefonata conoscitiva gratuita prima dell’avvio di qualsiasi percorso, Mindful Eating o psicoterapia!
Un’ultima riflessione e…polemica finale
Riflessione su quello che spesso succede a me
Questa ultima riflessione è molto personale, perché riguarda quello che succede spesso a me e cioè che le persone mi chiedano se è meglio seguire il mio percorso di Mindful Eating oppure intraprendere un percorso di psicoterapia dove ovviamente alcuni elementi di questo approccio verrebbero comunque integrati. Ecco, a questo proposito non ho una risposta preconfezionata, quello che faccio solitamente è raccogliere in modo accurato la domanda e la storia della persona per poi decidere assieme a lei come procedere.
Polemica finale
Tenete gli occhi aperti! Che si tratti di Mindful Eating oppure di Intuitive Eating è fondamentale che:
- il percorso non vi venga spacciato come metodo soft per perdere peso: ricordate che entrambi gli approcci si inseriscono in una cornice Healt at Every Size e promuovono quindi l’accettazione e inclusione di qualsiasi tipo di corpo! Per dirla ancora più chiaramente, sono approcci “no-diet”!
- se invece siete voi ad avere il desiderio di perdere peso, ma vi sentite a disagio con l’idea dell’ennesima dieta, non scartate a priori questi approcci, anzi! Parlatene con il professionista che avete individuato, il desiderio di perdere peso sarà oggetto del vostro lavoro assieme! (anche se non si trasformerà in un obiettivo).
- Se siete dei colleghi, soprattutto dell’area nutrizionale, occhi molto aperti sulle etichette delle proposte formative che si trovano in giro! Non tutto quello che è etichettato come Intuitive Eating è vero Intuitive Eating, cioè quello che si rifà al lavoro di Evelyn Tribole e Elyse Resch!
Potresti leggere anche: Che cosa si fa ad un corso di Mindful Eating?
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- Pratica formale della Mindfulness: per pratica formale si intende il ritagliarsi un momento nel corso della giornata per sedersi in un posto tranquillo e praticare la Mindfunless, in genere guidati da un audio. La “pratica formale” si distingue dalla “pratica informale” che consiste, invece, nello svolgere alcune attività quotidiane in modo consapevole (a volte si usa proprio il termine “attività consapevoli” come sinonimo di “pratica informale”), facendo in modo, cioè, che la nostra mente sia focalizzata su ciò che stiamo facendo ↩︎