“Infertilità, stress e alimentazione” è un articolo che nasce dalle riflessioni condivise con la Dott.ssa Natascia Dell’Agli dietista.
Infertilità e stress
Come spiega la Dott.ssa Dell’Agli, sappiamo che l’alimentazione ha un impatto importante sulla fertilità: nonostante non esista la “dieta della fertilità” sappiamo che alcune sostanze come alcool hanno un impatto negativo, che un buon consumo di alimenti vegetali risulta protettivo e una dieta inadeguata o insufficiente può ripercuotersi sulla salute mestruale.
Al di là della dieta, lo stress psicologico è considerato un dei fattori che può influenzare negativamente la ricerca di una gravidanza ed in alcuni casi, in assenza di cause organiche note, è individuato come fattore primario.
Indipendentemente dalla causa specifica, quando il concepimento non arriva si innescano varie dinamiche, anche all’interno della coppia: preoccupazioni per la propria salute e per il proprio futuro, colpevolizzazioni, senso di inadeguatezza, che si intersecano con le innumerevoli visite e la costante ricerca di soluzioni.
Tutto questo determina una condizione di stress cronico che si associa ad una serie di effetti avversi sulla salute. In particolare, l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene svolge un ruolo fondamentale nella mediazione degli effetti neuroendocrini. È responsabile della secrezione di cortisolo e diversi studi hanno evidenziato una possibile relazione tra alti livelli di stress percepito e livelli più elevati di cortisolo e infertilità. Il cortisolo compete con il progesterone per i precursori, per cui più cortisolo è presente e meno progesterone viene prodotto, influenzando quindi il “bilancio” ormonale.
Stress e infertilità: un’influenza bidirezionale
In Italia sono circa 50-60.000 le coppie infertili: si tratta di un fenomeno in crescita. Accanto ad un 85% di situazioni in cui è possibile individuare la causa specifica delle difficoltà a concepire (maschile, femminile o mista), esiste un 15% di situazioni in cui le motivazioni della difficoltà rimangono sconosciute (infertilità idiopatica), non essendo possibile attribuire una causa accertata.
Sono condizioni, in genere, ricondotte ad una condizione di stress. La spiegazione che chiama in causa lo stress ha una motivazione evoluzionistica: il nostro organismo quando si trova in circostante percepite come difficili, “fa economia” e mette in standby tutto quello che non è immediatamente necessario per la sopravvivenza, come, appunto, l’ovulazione.
Anche una condizione di infertilità su base organica, come detto in precedenza, può provocare nella coppia e nei singoli individui elevati livello di stress, ed è quindi sempre importante prendersi cura degli aspetti psicologici correlati. Poiché se è vero che particolari condizioni psicologiche pregresse possono spiegare gli elevati livelli di stress che impattano sulla possibilità di concepire, è anche vero che tutto l’iter legato all’infertilità è causa, esso stesso, di stress per la coppia. Ed in questo quadro possono inserirsi anche le prescrizioni dietetiche, vediamo come e perché.
Infertilità, stress e alimentazione: un nesso che non sempre viene considerato
Anche se raramente si pensa a questo aspetto, sottolinea la Dott.ssa Dell’Agli, l’alimentazione in queste circostanze può diventare un ulteriore fattore di stress.
Pressioni sul “dover” perdere peso per raggiungere un ipotetico peso ideale per favorire il concepimento, proposte di diete particolari, soprattutto in corso di PMA, inviti a consumare determinati alimenti in determinate fasi del ciclo mestruale o di trattamenti medici.
Questi consigli possono divenire anche un ulteriore fattore di “colpevolizzazione”: viene prescritta una dieta, un modello alimentare particolare che non si riesce a seguire per mille motivi insiti alla quotidianità (non tiriamo fuori la forza di volontà please!), poi magari il successivo tentativo può non andare a buon fine… Ecco in queste circostanze il pensiero di non essersi attenuti pedissequamente alle prescrizioni dietetiche come causa del fallimento potrebbe far capolino!
Caratteristiche psicologiche, infertilità e alimentazione
Sono diversi gli studi che, negli ultimi vent’anni, hanno preso in considerazione i correlati psicologici dell’amenorrea ipotalamica, una sindrome riconducibile a una scarsa produzione delle gonadotropine a livello ipotalamico che rappresenta una risposta adattiva dell’organismo femminile allo stress.
Si è scoperto che alcune caratteristiche di personalità rendono più vulnerabili all’amenorrea ipotalamica: perfezionismo, bisogno di controllo, senso di inadeguatezza e bisogno di riconoscimento, strategie di coping evitanti, scarsa tolleranza alla frustrazione (Marcus et al, 2001).
Molti di questi fattori relativi al funzionamento della persona, meritano di essere oggetto di attenzione quando si danno prescrizioni dietetiche. Esiste, infatti, il rischio che prescrizioni dietetiche date senza prendere in considerazione come la persona si relazione con cibo ed alimentazione possano configurarsi non tanto come fattore protettivo che agevola la risoluzione del problema, ma piuttosto come fattore di rischio e di stress aggiuntivo.
In conclusione, non stiamo dicendo che un’intervento che riguardi l’alimentazione sia da escludersi in questa circostanze, ma che è sempre fare un’attenta valutazione con gli specialisti coinvolti in modo che queste soluzioni (che soluzioni non sono) non diventino un ulteriore fattore disturbante.
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Bibliografia:
Simionescu G, Doroftei B, Maftei R, et al. The complex relationship between infertility and psychological distress (Review). Experimental and Therapeutic Medicine. 2021 Apr;21(4):306. DOI: 10.3892/etm.2021.9737. PMID: 33717249; PMCID: PMC7885086
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Marcus LD, Loucks TL , Berga SL, 2001, Psychological correlates of hyphotalamic amenorrhea, Fertility and sterility, 76, 310-316