In ogni ambito della nostra vita la comunicazione riveste un ruolo fondamentale, così come il saper ascoltare.
Con il termine comunicazione non ci si riferisce soltanto alla semplice trasmissione di messaggi da un soggetto ad un altro, ma anche alla condivisione di significati, emozioni e sentimenti, spostando, in questo modo, l’accento dal semplice trasferimento di informazioni alla relazione che si instaura tra chi comunica.
Alla base di ogni buona comunicazione c’è la capacità di saper ascoltare
E’ proprio l’incapacità di ascoltare a costituire uno dei più grandi ostacoli alla comunicazione tra le persone! Saper ascoltare ci consente di avere relazioni migliori, di imparare dagli altri, di arricchirci attraverso le loro esperienze, di rafforzare le relazioni (amicizie, relazioni lavorative…), ridurre fraintendimenti e incomprensioni…
“Saper ascoltare l’altro ci permette di riconoscere i mille volti della realtà”
Carl Rogers
Ascolto attivo: l’ascolto che migliora le nostre relazioni
Si tratta di una forma di ascolto definita in contrapposizione all’”ascolto passivo” (inteso come semplice ricezione di informazioni) e che consiste nella capacità di ascoltare con un elevato grado di attenzione e partecipazione comunicativa.
L’ascolto attivo è una competenza comunicativa molto importante attraverso la quale è possibile rimandare ai nostri interlocutori attenzione ed interesse nei loro confronti e verso ciò che stanno dicendo, facendoli sentire compresi, rispettati, importanti.
L’ascolto e la comunicazione sono fondamentali anche nella relazione con i bambini. Per saperne di più su questo tema, puoi leggere “Mamma lo sai che…“
I vantaggi dell’ascolto attivo
Questa forma di ascolto presuppone una serie di passi quali:
– riservare alla persona con cui stiamo parlando la nostra piena attenzione, per esempio mantenendo il contatto oculare ed evitando possibili fonti di distrazione (ad esempio il cellulare!). Dedicare all’altro la nostra piena attenzione ci permette anche di concentrarci maggiormente e cogliere il suo linguaggio non verbale e il suo tono di voce
– inviare all’interlocutore feedback verbali e non verbali, cioè segnali di ritorno attraverso i quali saprà di essere ascoltato e compreso: annuire di tanto in tanto, sorridere, assumere una postura aperta, ma anche riformulare ciò che l’altro dice (“Quindi stai dicendo che…”) e fare domande che possano chiarire punti eventualmente poco chiari (“Che cosa intendi dire?”). In questo modo diamo alla persona con cui stiamo parlando la conferma del nostro ascolto riduciamo la probabilità di un’errata interpretazione di ciò che è stato detto.
– rispondere in maniera appropriata alle circostanze. Rispetto e comprensione sono elementi imprescindibili di ogni comunicazione e relazione: è quindi bene esprimere il proprio punto di vista con delicatezza e rispetto. Spesso siamo tentati di proporre all’altro la “nostra soluzione”, o la “nostra verità”, ma altrettanto spesso non vogliono consigli e soluzioni preconfezionate, spesso lontane dal loro modo di vedere le cose e di sentire. Se riteniamo che possa essere utile elargire un consiglio, facciamolo chiedendo il permesso (“Vuoi sapere cosa ne penso?”)
Infine, possiamo sottolineare l’importanza di rispettare i tempi della conversazione: ascoltare attivamente, vuol dire anche intervenire, ma un’interruzione non fatta al momento opportuno può mandare al nostro interlocutore un messaggio del tipo: “Quello che ho da dire io è più importante di quello che stai dicendo tu”. Quindi è bene non interrompere l’altro in modo affrettato, ma aspettare che abbia concluso ciò che ha da dire per poi intervenire.