Immagine corporea negativa: cambio il corpo o cambio la testa? Quando non si è soddisfatti del proprio corpo e si soffre per questo, spesso la prima cosa che viene in mente è quella di fare qualcosa per cambiarlo.
È difficile che si pensi a modificare il proprio atteggiamento o modo di guardare a se stessi; ci si focalizza piuttosto su come fare per arrivare ad essere più magri, più tonici, più muscolosi, con un seno più prosperoso o qualsiasi altra cosa sia contemplata nella wish list del proprio aspetto fisico.
Ma anni di ricerche ed esperienza clinica su queste tematiche ci dicono qualcosa di molto diverso.
Cambio il corpo o cambio i pensieri?
Il problema del piacersi, così come la sua soluzione, ha molto più a che fare con il cambiare l’immagine che hai del tuo corpo piuttosto che con il corpo stesso.
Sconvolgente?
Qualche giorno fa in rete ho trovato questa affermazione:
La tua immagine corporea è immagazzinata nelle cellule del tuo cervello, non nelle tue cellule di grasso
Ed è davvero così!
La preoccupazione per il peso corporeo è la prima fonte di insoddisfazione per le persone con un’immagine corporea negativa. Metà delle donne adulte ed un quarto degli uomini negli Stati Uniti stanno seguendo una dieta per perdere peso. Per moltissime persone lo stare a dieta è diventato uno stile di vita.
Tuttavia ormai sappiamo che molte delle persone che seguono una dieta dimagrante riprenderanno il peso perduto nel giro di un anno o due. Avrete certamente sentito parlare dell’effetto yo yo. Ma c’è di più: perdere peso e poi riguadagnarlo ha i suoi effetti negativi sull’immagine corporea.
Una ricerca condotta da Cash (1994) su persone molto grasse mise in luce che l’immagine corporea migliorava dopo aver perso circa 50 kg, ma successivamente era sufficiente riguadagnare anche solo 5 kg perché peggiorasse in modo drastico.
Essere a dieta in maniera cronica ha effetti negativi sulla salute, porta a episodi di abbuffate, stress emotivo ed anche a cambiamenti metabolici che possono aumentare la probabilità di riguadagnare peso.
La cultura della dieta
Finalmente la cultura e mentalità della dieta (Diet Culture) inizia ad essere messa in dubbio e compaiono alternative: ci sono esperti in nutrizione che adottano un approccio non prescrittivo, si sente parlare sempre più spesso di Mindful Eating e di Intuitive Eating e di “boicottare la cultura della dieta”, adottando un “nondieting life stile” (Foster a McGuckin, 2002, Foreyt e Goodrick 1992; Polivy e Herman 1983); e si spera che possa prendere piede anche in Italia il movimento HAES che rivendica il diritto alla salute per le persone di ogni taglia.
Se vuoi approfondire questo ultimo aspetto puoi leggere l’articolo della Dottoressa Sara Colognesi “Cosa significa approccio “Health At Every Size”
Se sei una di quelle persone che sono a dieta da tutta la vita non sarà certamente facile abbandonare le tue convinzioni per abbracciare una strada diversa.
Prendi però almeno in considerazione le motivazioni alla base di questa tua scelta:
Sei spinto da una motivazione salutistica o di benessere?
O dal desiderio di essere maggiormente attraente e/o da un atteggiamento grasso-fobico? (che porta a pensare qualcosa di simile a “Se ingrassassi ancora finirei per essere un emarginato!”)
Alimentarsi in modo sano e consapevole è certamente una buona idea, non lo è altrettanto passare da una dieta drastica all’altra: stare bene ed in salute richiede semplicemente uno stile di vita sano che non ha nulla a che fare con il numero che vedi sulla bilancia.
È un falso mito quello che ti porta a pensare che la perdita di peso sia l’unica strada per accettare il tuo corpo se grasso o anche solo leggermente più grasso rispetto al tuo “peso desiderato”.
Anche le persone che si trovano nella condizione di dover perdere peso per motivazioni realmente legate alla salute, dovrebbero mantenere separati questi due aspetti: perdita di peso e accettazione del proprio corpo: sviluppando una relazione positiva con il proprio corpo imperfetto (piuttosto che una relazione piena di odio, disperazione o abusi) rafforzerà l’abilità/possibilità di perdere l’eventuale peso in eccesso.
Non cambiare il tuo corpo, contribuisci a cambiare la cultura!
Immagine corporea negativa: cambio il corpo o cambio la testa? Ancora una volta cambia la testa, anche quella delle altre persone! Cosa può fare ognuno di noi nella vita quotidiana per contribuire al cambiamento? La cultura della dieta è un sistema di credenze che inneggia alla magrezza, la esalta come “virtù morale” e la fa coincidere con la salute.
Promuove la perdita di peso come mezzo per raggiungere la felicità o comunque una migliore condizione di vita, porta alla demonizzazione di certi modi di mangiare e all’esaltazione di altri, e, infine, stigmatizza le persone che non corrispondono a determinati canoni sociale.
I principi della “Diet Culture” li vediamo ogni giorno attorno a noi: social media, pubblicità, riviste, TV, film…sostengono questa cultura che ci spinge ad aderire a determinati canoni estetici e a cercare prodotti o strumenti che ci aiuteranno a raggiungerli.
Sono solo una minoranza le donne che hanno la capacità genetica di raggiungere il corpo ideale che ci propongono le riviste e le pubblicità: questo porta molte persone a vivere in un costante confronto ed inseguimento di obiettivi inarrivabili ricorrendo in modo ciclico alle diete.
Essendo stati esposti in modo massiccio ad un certo tipo di ideale di bellezza femminile siamo come “programmati” a riconoscere solo questo standard come bello e gradevole e a percepire il nostro corpo come “brutto” perché non corrispondente a quello standard.
Possiamo fare tutti qualcosa per noi e per gli altri
Impegnati ad affrancare in modo intenzionale il tuo corpo dagli standard della “Diet Culture”, cercando di esporti a diversi tipi di corpo, e riducendo, nello stesso tempo, l’esposizione ai principi e al marketing della Diet Culture.
Così facendo riduci anche i trigger che inducono il confronto con “corpo ideale” impedendoti di scegliere il “tuo corpo”.
Visita siti o account social che propongono modelli diversi di bellezza, puoi scovarne di interessanti utilizzando su Instagram questi ashtag #bodyacceptance, #bodypositivity, #bosyneutrality o cercando queste tematiche su Google.
Smetti di seguire tutti gli account social che scatenano in te una sensazione di inadeguatezza, che innescano un confronto relativo corpo o che incoraggiano alla dieta e/o all’esercizio fisico intensivo per cambiare il corpo (account dedicati al fitness, oppure alla dieta o al benessere ecc…). Lo stesso vale per l’abbonamento a riviste, spettacoli televisivi (es. The Biggest Loser)
E infine…come si lavora in psicoterapia
Immagine corporea negativa: cambio il corpo o cambio la testa? Anche in psicoterapia si lavora sul cambiamento dei pensieri e dell’atteggiamento, non certo sul cambiamento del corpo. L’approccio cognitivo comportamentale (quello in cui mi sono specializzata), a queste problematiche si focalizza sugli aspetti che in un precedente articolo avevamo soltanto nominato: le “influenze attuali”, vale a dire le esperienze della nostra vita quotidiana che determinano come pensiamo, sentiamo e reagiamo al nostro aspetto.
Per rileggere l’articolo cui mi sto riferendo puoi cliccare qui “Perché sono così critico con il mio corpo e non riesco ad accettarlo?”
Questa immagine ci aiuta a capire meglio.
Ci sono delle situazioni attivanti che inducono in noi tutta una serie di pensieri, assunzioni, interpretazioni e giudizi riguardo al nostro corpo. Questi pensieri costituiscono il nostro dialogo interiore di cui siamo quasi sempre inconsapevoli (Private Body Talk) che ha come conseguenza un’attivazione emotiva negativa rispetto al corpo e all’aspetto fisico. Questa attivazione emotiva ci spinge a mettere in atto delle strategie di coping comportamentali con finalità protettive, vale a dire finalizzate a ripristinare un maggiore benessere emotivo (es. evitare situazioni attivanti ed ansiogene, investire in scelte che possano cambiare il corpo, dalla dieta, alla ginnastica, alla chirurgia, passando per trattamenti cosmetici o estetici).
La psicoterapia lavora su ognuno di questi elementi al fine di spezzare il circolo vizioso. Si lavora a livello dei pensieri per cambiare il Private Body Talk, ma anche delle emozioni e del comportamento . Non entro maggiormente nel dettaglio perché potrebbe risultare noioso o troppo tecnico, ma non esitare a contattarmi per qualsiasi dubbio o domanda.