Il pensiero positivo a tutti i costi, è la frase che mi è venuta il mente a seguito di quello che mi è capitato in questi giorni…
Ci sono periodi della mia vita in cui si verificano una serie di eventi “negativi” in modo piuttosto serrato, non credo di essere bersagliata dalla sfortuna, intendiamoci. Da un lato credo che possa capitare a tutti, dall’altro penso anche che entri in gioco il fenomeno dell’”attenzione selettiva” per cui dopo una o due “seccature” che si susseguono si diventa particolarmente attenti a tutto ciò che di negativo capita, arrivando appunto alla percezione delle essere in una “fase negativa”.
E dove mettiamo l’empatia?
Ma non era questo che volevo dire, volevo soffermarmi su quello che succede quando ci confidiamo con gli altri.
Quando una persona inizia a lamentarsi del fatto che da qualche tempo gli stanno capitando diverse cose spiacevoli e faticose da gestire (cade un albero sull’auto, si rompe l’aspirapolvere, ci sono continui malanni in famiglia, l’iscrizione alla scuola primaria è problematica a causa di dei posti disponibili che sono minori delle effettive richieste)… la risposa delle persone attorno è: pensa positivo, guarda ad ogni problema come una sfida, non lamentarti, sai, non serve mica a nulla!
Io capisco che queste frasi siano alimentate dalle migliori intenzioni, però, forse in quel momento non sono proprio la cosa migliore da dire. Tendono ad essere davvero poco empatiche.
Per saperne di più sull’importanza di ascoltare, puoi leggere anche “L’importanza di saper ascoltare”
Due parole sull’empatia
Non voglio in questa sede fare un trattato sull’empatia, ma solo citare quelle che, secondo Teresa Wiseman (ricercatrice infiermeristica) sono le quattro qualità essenziali dell’empatia:
- Prospettiva: l’abilità di mettersi nei panni dell’altra persona e riconoscere che quel punto di vista rappresenta la loro verità
- Astenersi dal giudicare
- Riconoscere le emozioni nelle altre persone e
- Comunicarglielo
Io credo che tutti noi ci rimbocchiamo le maniche ogni giorno per raggiungere i nostri obiettivi e procedere in linea con i nostri valori, magari faticando anche molto. Solo che presumibilmente non andiamo in giro a dire quanto ci siamo impegnati e quanto ci è costato quel nuovo piccolo traguardo, sono cose che rimangono nella nostra testa. E quelle frasi di incoraggiamento fanno sentire un po’ come se tutto questo non esistesse, come se fossimo, agli occhi degli altri, delle persone capaci di lamentarsi e basta. In questo si avverte un giudizio, irrimediabilmente; non c’è riconoscimento dell’emozione, come se non fosse valida e legittima, e manca anche la capacità di capire che per la persona in quel momento la prospettiva è proprio quella, difficile e cupa. E forse i guru del pensiero positivo li vorrebbe anche prendere a sberle 🙂
Andare contro corrente
E allora secondo me dobbiamo andare contro corrente, il pensiero positivo a tutti i costi non è la soluzione! E quando qualcuno vicino a noi viene a dirci che si sente sopraffatto dalle tante difficoltà che si stanno accumulando, invece che dirgli di “pensare positivo” forse potreste pensare di usare parole simili a quelle che una mia cara amica ha rivolto a me. Le condivido con voi:
“Sfogati, “deprimiti” un attimo, lascia andare a parole il pessimismo che hai accumulato a causa degli ostacoli che hai affrontato, lancia qualche “porcaputtana” e arrabbiati anche. Poi vedrai che sarai più leggera e allora i tuoi occhi vedranno le soluzioni, qualsiasi cosa accada, troverai vie di uscita dove sembrava murato. Lascia andare, lamentati, non sentirti in colpa se non pensi positivo o accumulerai altra negatività. Sentiti in diritto di sentire quel che senti. E poi, come sempre, ritroverai la forza per rimboccarti le maniche. E magari intanto una fortunata congiunzione astrale ti concederà una gioia. Io ci crederò per te quando tu ne avrai bisogno come tu ci credi per me quando son io a sfogar improperi”
Non ci crederete ma la congiuntura astrale positiva di cui parla Deb è arrivata davvero!