Il mio corpo è la mia storia: riflessioni sul corpo che cambia.
Opporsi al cambiamento
Qualche giorno fa mentre mi preparavo per uscire al mattino ho visto il post di un personal trainer che descriveva le strategie per “non avere la pancia” in menopausa… e subito in testa mi si è creata una catena di pensieri
È davvero difficile accettare i cambiamenti che avvengono nel nostro corpo, che siano dettati dal semplice passare del tempo o da eventi della vita, naturali e non (es. gravidanza, menopausa, incidenti…)
Siamo bombardati da messaggi che di certo non agevolano questo naturale passaggio verso l’accettazione ma ci spingono, piuttosto, ad impegnarci duramente per contrastare il cambiamento. Attraverso i canali più disparati ci arriva il non tanto velato sottotesto che se non lo facciamo, se non ci opponiamo alla trasformazione del nostro corpo, rimarremo indietro, non riusciremo a stare al passo…
“Il mio corpo è la mia storia”
Una volta in studio, quella stessa mattina, una ragazza che seguo ha pronunciato questa meravigliosa frase: “Il mio corpo è la mia storia”
Ed è così: nel nostro corpo, nelle sue forme attuali, c’è tutta la storia che abbiamo vissuto.
Sul mio corpo c’è una cicatrice su un ginocchio e ho ancora il ricordo di quando me la sono fatta da bambina, in montagna, correndo lungo una discesa .
C’è un segno ancora evidente sull’ombelico lasciato da un piercing fatto a vent’anni e che mi riporta, a distanza di tanto tempo, a quel periodo intenso e ribelle.
Il mio corpo ha una forma diversa oggi: mi ricorda che sono mamma, ho portato la mia piccola in grembo, l’ho allattata.
Il mio corpo respira, si muove, corre, solleva pesi (quello più pesante fuori dalla palestra, 20 kg di amore), si allena, riposa, protesta anche e mi segue sempre, in tutto quello che faccio.
Desiderarlo diverso da quello che è sarebbe come perdere un pezzo della mia storia.
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