“Dallo psicologo ci vanno i matti”

"Dallo psicologo ci vanno i matti"

“Io dallo psicologo?!? Non sono mica matto!”: magari avete detto voi stessi questa frase, oppure l’avete sentita pronunciare da qualche amico o conoscente, perché è piuttosto diffusa l’idea che “dallo psicologo ci vanno i matti”! In un modo o nell’altro, vi siete mai soffermati a pensare a cosa nascondono davvero queste parole? Forse per prima cosa è bene ribadire che non è così!

Dallo psicologo NON ci vanno i matti

Nel mio studio di psicologa e psicoterapeuta, così come in quello del collega che lavora nella stanza accanto alla mia, non entrano ogni giorno persone “matte”! Se per “matto o pazzo” intendiamo un individuo che abbia perso il contatto con la realtà e che pronunci frasi senza senso o veda cose che non esistono…

Nello studio dello psicoterapeuta entrano, piuttosto, persone che hanno deciso di prendersi cura di sé e della propria salute nel senso più ampio del termine e di migliorare la propria qualità di vita.

Ma perché allora permangono pregiudizi così radicati sulla nostra professione? Perché per molte persone è ancora così difficile superarli e chiedere aiuto?

Se state pensando di rivolgervi ad uno psicologo, ma avete dubbi e paure, riflettete su queste poche righe.

L’importanza di prendersi cura di se stessi ed interrogarsi sui propri bisogni

La prima riflessione che vorrei condividere è questa: non siamo educati all’idea di prenderci cura di noi e, per questo, raramente ci interroghiamo sui nostri bisogni, su quanto, nella nostra vita, attraverso le nostre scelte e relazioni, siamo stati e siamo capaci di soddisfare i nostri bisogni emotivi.

Molte volte le persone sono così lontane da se stesse che la comparsa di un disagio viene vissuta come una seccatura e così lo ignorano, rimandano…Presi dagli impegni quotidiani, dalle responsabilità lavorative e familiari, dai mille “devo” della vita moderna, può succedere che si adattino a situazioni di scarso benessere e soddisfazione, perdendo di vista ciò che realmente le farebbe stare meglio. Oppure intraprendono comportamenti e azioni che credono possano migliorare la loro condizione, ma che invece le bloccano creando circoli viziosi che portano a mantenere nel tempo il disagio.

Fare i conti con la propria vulnerabilità

Il malessere psicologico, d’altro canto, può presentarsi in modi molto diversi: può significare essere profondamente tristi da non riuscire a trovare sollievo; avere dei pensieri intrusivi che non abbandonano la mente e rendono difficile la vita quotidiana; essere fortemente spaventati da qualcosa nonostante la consapevolezza di quanto ciò sia esagerato rispetto al pericolo reale…

Ma non soltanto. Ci sono situazioni in cui si avverte semplicemente la mancanza di qualcosa di essenziale, si ha la sensazione di sopravvivere (piuttosto che vivere), di essere in trappola…Altre in cui il senso di vuoto e l’insoddisfazione accompagnano le giornate, rendendo l’esistenza grigia…

Se vuoi saperne di più sul tema della “vulnerabilità”, clicca qui

In tutte queste circostanze rivolgersi ad uno psicologo potrebbe scatenare nelle persone forti resistenze perché chiedere aiuto implica ammettere a se stessi di avere delle fragilità, di essere vulnerabili. Ecco la seconda considerazione che volevo condividere.

In realtà siamo essere umani, fragili per definizione. Ed essere consapevoli di questa vulnerabilità è un passo imprescindibile per prendersi cura di se stessi, ridurre il disagio e migliorare il proprio benessere.

È imparando a conoscere e a rispettare le proprie fragilità che diventa possibile gettare le basi del vero cambiamento.

Il timore del giudizio degli altri

Un ultima riflessione è, poi, legata al timore del giudizio degli altri.

“Cosa penserebbero amici, parenti, colleghi se dovessero venire a sapere che sto facendo un percorso psicologico?”

Forse potrebbero pensare che avete deciso di prendere del tempo per voi stessi, per sentirvi meglio…Ma, in realtà, la risposta migliore a questa domanda è un’altra: è davvero così importante il parere degli altri? Non è forse possibile procedere, in modo assertivo, sulla propria strada senza farsi bloccare dalla necessità di dare sempre spiegazioni?

Per concludere

Mettersi in discussione e affrontare le proprie difficoltà è certamente faticoso e raggiungere i cambiamenti sperati richiede molte energie. Ma è proprio l’investimento nella cura di noi stessi e l’impegno che mettiamo nel nostro percorso di cambiamento che rendono possibile il raggiungimento di una migliore qualità di vita.

Lo psicologo da solo non può fare miracoli, accompagna le persone lungo un percorso in cui sono loro a dover fare la fatica maggiore. Ma il vero cambiamento richiede fatica e presuppone di attraversare delle  difficoltà: ogni sforzo è, però, orientato verso il prendersi cura di se stessi e verso il raggiungimento di un maggiore benessere.

Non pensate che possa valerne la pena?