La consapevolezza zen in cucina

La consapevolezza zen in cucina

Nello Zen il cibo è importante e la consapevolezza Zen in cucina non sostiene una vita ascetica di mortificazione e di digiuno. Anzi l’alimentazione è adeguata al sostentamento e al lavoro dei monaci o del laico durante la giornata. Non ci sono restrizioni, anche se, di solito, nei monasteri il cibo è prevalentemente vegetariano con l’aggiunta, qualche volta di pesce.

Quello che conta, invece, è soprattutto come si cucina e come si mangia.

Cucinare è meditare

Come in tutte le pratiche spirituali, anche nello Zen, la scelta degli ingredienti e, soprattutto, la preparazione dei pasti, sono parte integrante della pratica: anche cucinare viene considerato una forma di meditazione e non viene distinto dalla meditazione seduta.

Il primo maestro che codificò le regole del pasto dello zen non scrisse un libro di ricette, ma affermò che in cucina si può praticare la meditazione di consapevolezza.

Cucinare non è utile solo per la salute fisica, ma ricopre un vero e proprio ruolo spirituale.

I principi su cui si basa la cucina Zen sono amore e gratitudine verso il cibo ricevuto e verso tutti gli esseri che hanno contribuito alla preparazione del pasto, acqua, aria, fuoco, cielo e terra compresi.

Nello Zen il cuoco si chiama tenzo ed è la figura più importante in un monastero dopo il maestro che ha in carica il tempio. Si alza prima di tutti i monaci per iniziare a preparare i pasti e si corica la sera dopo tutti per provvedere alla pulizia della cucina e preparare quanto servirà per il pasto della mattina seguente.

Meditazione sul cibo, meditazione per eccellenza

Quale attività si occupa maggiormente del nostro corpo se non il mangiare? Se non impariamo a prenderci cura di noi attraverso il cibo, avremo sempre una frattura tra mente e corpo. Non abitiamo il corpo, noi siamo il nostro corpo. 

Per saperne di più, puoi leggere anche “Cibo e benessere”

La consapevolezza Zen portata in cucina ci insegna che, meditando sul cibo, riscopriamo che il cibo non serve solo per nutrirci, ma può anche essere fonte di piacere; ci abitua a dedicare tempo a noi stessi ed ad instaurare una relazione di amicizia tra corpo e mente.