Cibo per la mente

cibo per la mente

Cibo per la mente” è un’espressione che mi venne in mente qualche tempo fa dopo aver letto un libro dedicato alla relazione con i dispositivi digitali ed i social network. Avendo da poco visto il documentario “The Social Dilemma” e mi è venuta voglia di riprendere alcune riflessioni sul tema dei contenuti digitali da cui siamo quotidianamente bombardati.

Di quel libro* mi era piaciuto soprattutto l’utilizzo di una metafora riguardante il cibo e l’alimentazione, ambito di mio grande interesse. Vi ripropongo alcune di quelle riflessioni, ma in una chiave molto personale, eliminando cioè una sfumatura grassofobica, presente nella versione originale, che  io non condivido.

Di che cibo si nutre la nostra mente?

“Ciò che nutre la nostra mente ne determina le caratteristiche e lo stato di salute: la gran parte di questo nutrimento viene oggi dai media digitali che ci forniscono stimoli sovrabbondanti e incontrollati” (Paolo Subioli)

Attualmente abbiamo la possibilità di essere sempre connessi, i nostri dispositivi elettronici sono maneggevoli e ci accompagnano in ogni cosa che facciamo: ecco quindi che in ogni momento abbiamo a disposizione contenuti, materiali e attività che tengono occupata la nostra mente.

Così come ogni cibo che mangiamo (e come lo mangiamo) contribuisce a determinare il nostro benessere, così tutti gli stimoli che arrivano alla nostra mente vanno a costituire una “dieta” che influenza il suo funzionamento e la sua “salute”.

La Mindful Eating per la mente

Se i contenuti digitali che ogni giorno assimiliamo sono il cibo per la mente, soffermiamoci su “cosa mangiamo”, ma soprattutto “come lo mangiamo”.

Occupandomi mi di Mindful Eating, mi ritrovo spesso a parlare di pilota automatico e consapevolezza. Quando si mangia con il pilota automatico inserito, lo si fa senza assaporare veramente il cibo ed essendo disconnessi dall’esperienza del presente si rischia di mangiare di più e senza soddisfazione. Tante volte alla fine di un pasto o di uno spuntino possiamo non sapere cosa e quanto abbiamo mangiato!

Avete presente quando al cinema la mano si muove in automatico e porta ritmicamente una manciata di popcorn alla bocca? Ecco questo è un esempio di cosa significhi mangiare con il pilota automatico inserito!

La dieta digitale

Molto spesso questo tipo di atteggiamento lo abbiamo anche con l’informazione digitale: quando scorriamo passivamente post, immagini e notifiche “assorbiamo”una grande quantità di stimoli ed informazioni che tra l’altro sono stati selezionati dal sistema proprio per essere interessanti ed appetibili per noi, al fine di aumentare il nostro tempo di permanenza sui nostri dispositivi.

I nostri smartphone ci propongono una “dieta imposta dall’esterno”, dove noi siamo dei fruitori molto passivi.

Nutrire la mente in modo consapevole

L’”ipernutrizione digitale” ci porta a non avere più tempo. Tempo per fermarci veramente e per chiederci come stiamo, per guardare negli occhi le persone a cui vogliamo bene,per osservare veramente quello che ci circonda, come la natura o un cielo al tramonto.

Sfuggire alla sovrabbondanza di stimoli sensoriali è possibile attraverso un esercizio di consapevolezza.

Per ogni azione che compiamo su un dispositivo o un servizio digitale possiamo scegliere avendo a disposizione una gamma di comportamenti che vanno dall’agire in maniera automatica non preoccupandoci di cosa stiamo consumando, ad una regolazione consapevole del nostro nutrimento mentale.

E’ come se avessimo a disposizione un pannello di controllo della consapevolezza on-line all’interno del quale possiamo di volta in volta a configurare il nostro rapporto con il servizio che stiamo utilizzando in una gamma che va dal completamento automatico al completamente manuale ovvero consapevole.

Tre suggerimenti per una “dieta mindful per la mente”

1. Per prima cosa possiamo chiederci come ci sentiamo scorrendo le nostre bacheche: che emozioni ci evoca quella foto? e quel post? quali sono le pagine che stimolano in modo positivo, che ci ispirano e quelle che magari ci inducono senso di inadeguatezza, oppure irritazione? Scegliamo in modo consapevole il cibo per la nostra mente!

2.Utilizziamo bene notifiche dello smartphone: se accettassimo tutte le impostazioni di default che ci vengono proposte saremmo  interrotti di continuo da avvisi che richiamano la nostra attenzione verso gli eventi più insignificanti. La configurazione delle notifiche è uno dei casi più concreti di “pannello di controllo della consapevolezza on-line”.

3.Infine, diamo il nostro personale contributo nella promozione di contenuti positivi e di qualità! Condivisioni fatte in maniera automatica ed impulsiva contribuiscono a rendere la rete un luogo pieno di rabbia e indignazione: la presenza mentale può aiutarci ad agire in maniera ponderata dando un importante contributo nella creazione di uno spazio di qualità e gentilezza, costruttivo e utile. Ogni volta che ci  imbattiamo in un contenuto che valutiamo bello, interessante e utile possiamo esprimere la nostra gratitudine lasciando un segno di apprezzamento. Gratificheremo l’autore incoraggiandolo a continuare su quella strada e contribuiremo alla diffusione sulla rete di ulteriori contenuti belli interessanti e utili.

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*”Ama il tuo smartphone come te stesso. Essere felici al tempo dei social grazie alla Digital Mindfulness” (Paolo Subioli)