Cibo e regole nei bambini: quali dare? e a quali invece rinunciare al fine di rendere il momento del pasto un momento costruttivo e sereno?
Fame e sazietà come segnali innati
Tutti noi siamo nati con la capacità innata di valutare il nostro grado di fame e possiamo notarlo osservando i bambini. Se cerchiamo di dare ai nostri figli piccoli più cibo di quello di cui hanno bisogno, lo rifiutano, scuotono la testa in modo determinato. Al contrario piangono o si agitano quando hanno fame e vogliono mangiare. Se i bambini non avessero questa capacità innata, non sopravvivrebbero a lungo.
Nel corso della vita, la nostra capacità di cogliere i segnali che il corpo ci manda, tuttavia cambia, diventa più difficile da seguire. Il mondo ci insegna a mangiare anche quando non abbiamo fame. Lo impariamo dalla TV, dalla pubblicità, ma anche dai messaggi ricevuti in famiglia…
La comunicazione attorno al cibo
Probabilmente tutti ci siamo sentiti dire frasi del tipo:
“Potrai mangiare il dolce, solo se finisci prima tutte le verdure che hai nel piatto!“ Oppure: “Potrai andare a giocare solo se avrai finito tutto quello che hai nel piatto!“
E con altrettanta probabilità avremmo detto frasi simili ai nostri bambini…
Non tutte le regole che stabiliamo per i bambini attorno al cibo sono davvero utili! Con la prima frase trasmettiamo il messaggio che devono mangiare qualcosa di poco gradito o disgustoso per ottenere, come ricompensa, qualcosa di buono e che procuri piacere (le famose etichette che tutti noi appiccichiamo al cibo!). E questo non li incoraggia di certo ad amare le verdure!
Inoltre, il messaggio che stiamo inviando, in qualche modo, è un invito ad associare la felicità ai dolci.
Anche la seconda affermazione può essere messa in discussione, poiché spinge il bambino a non ascoltare i segnali del corpo, ma a basare il proprio comportamento alimentare su indizi di tipo esterno.
Se vuoi saperne di più potresti leggere anche “Mindful Eating e regole in famiglia“
Insegniamo ai bambini ad ascoltare il proprio corpo
Piuttosto che utilizzare un cibo come premio per indurre il bambino a mangiarne un altro, potremmo cercare di rendere creativo e piacevole il cibarsi con frutta e verdure, variando per esempio le modalità di presentazione e di cottura!
E invece che spingere nostro figlio a mangiare per forza tutto quello che ha nel piatto, sarebbe di certo meglio aiutarlo ad ascoltare il proprio corpo, cercando di quantificare la propria fame o fare esperienza dei segnali sella sazietà. Basare il proprio comportamento alimentare su indizi di tipo esterno (come ad esempio il fatto di vedere il piatto pulito) non è funzionale allo sviluppo di un sano rapporto con il cibo!