Che rapporto hai con la stanchezza? è una piccola riflessione personale che nasce dal fatto che io, in effetti, non ho proprio un gran rapporto!
Qualche settimana fa sulla mia pagina Instagram ho chiesto qualche parere in proposito e tante persone mi hanno scritto che anche per loro la stanchezza è problematica. Chi non si sente in diritto di provarla, chi la sente, ma non la asseconda, chi si sente in colpa perché poco produttiva/o.
Stanchezza in pandemia
Io ho notato, soprattutto in questo periodo, che la mia più grossa difficoltà è accoglierla e rispondere in modo funzionale.
Mi sono accorta che una parte di me la giudica come qualcosa di inappropriato e questo porta ad una reazione di irritazione o qualcosa di simile…Un po’ come se una voce imbronciata nella mia testa dicesse “A me non piace essere stanca, mi crea dei limiti che non voglio“
.
E con questo atteggiamento di grande disponibilità ed accoglienza (sto scherzando naturalmente!) finisco per entrare in un circolo vizioso di frustrazione.
Non va sempre così, naturalmente, ma ho avuto modo di osservare spesso questa dinamica in cui, invece di fare la cosa più sensata (fermarmi, riposare, staccare, chiudere, spegnere, dormire…) mi ritrovo a respingere la stanchezza e ad opporre resistenza!
Come ha saggiamente sottolineato una collega nel piccolo scambio di commenti che si è creato sui social, non siamo nati ignorando la stanchezza, è qualcosa che abbiamo imparato perché il nostro contesto è premiante nei confronti di chi “non-riposa-mai” e dobbiamo fare attenzione a non farci manipolare dalla cultura della performance!
Mi sono quindi ripromessa di spezzare questo automatismo!
In primis rallentando prima di arrivare ad essere molto stanca (questa è una cosa in cui mi impegnerò nelle prossime settimane…zona rossa permettendo!), ma anche accogliendo la stanchezza quando arriva ed assecondandola!
Voi cosa ne pensate?
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