Ascoltare il corpo: cosa succede se lo faccio?

ascoltare il corpo

Ascoltare il corpo: cosa succede se lo faccio? Non succede nulla di brutto, anzi, tutto il contrario! Ma si tratta di un messaggio che fa davvero molta fatica a passare!

“Se ascolto il mio corpo succederà che mangerò solo pizza e biscotti! Non posso ascoltarmi, devo controllarmi!” 

Io e la Dott.ssa Roberta Littera, dietista che si occupa di alimentazione con approccio non prescrittivo e che attualmente lavoro online, nella provincia di Savona (Loano e Albenga) e nella provincia di Torino (Bruino) abbiamo sentito questa frase o frasi simili, tante tante volte e così, sull’onda dell’ennesimo messaggio, abbiamo scritto questo breve articolo.

Approcci no diet e fraintendimenti

Il discorso è complesso, chiama in causa molteplici aspetti, ma vorremmo concentrarci nello specifico su cosa significhi “ascoltare il corpo” e su quali possono essere le conseguenze di questo cambiamento nel nostro approccio all’alimentazione.

Quando si parla di ascoltare il corpo, nell’approccio Mindful Eating, ci si riferisce a:
– recuperare la capacità di percepire ed interpretare i segnali di fame e sazietà, piuttosto che basare il comportamento alimentare solo su regole razionali e/o indicazioni esterne;
reimparare a gustare il cibo e sintonizzarsi sulle sensazioni che ci dà, piuttosto che divorarlo in modo automatico, distratti da altro;
– riabilitare l’importanza di soddisfazione e piacere all’interno dell’alimentazione, spesso sacrificati da anni di cultura della dieta,
ascoltare come una scelta alimentare ci fa stare fisicamente (ho energia? mi sento stanco? mi sento appesantito? mi fa ho digerito bene? ho cali di concentrazione? mi sono dato abbastanza nutrimento?)

Davvero, con questi presupposti, finiremmo per basare in toto la nostra alimentazione su pizza e biscotti?

Per saperne di più sulla Mindful Eating clicca qui

Ascoltare il corpo versus controllo

Imparare ad ascoltare il corpo non significa “andare a discapito dell’equilibrio”, poiché il corpo, sicuramente meglio della mente intrisa di cultura della dieta, sa dirci di cosa ha bisogno, anche se per 2/3/5 giorni questo corrisponde a pizza, biscotti…o qualsiasi altro cibo

Questa affermazione implica che ci siano cibi che non fanno bene e questo non fa che perpetuare il dualismo “cibo giusto”, “cibo sbagliato”, che mina il rapporto con l’alimentazione e non permette di dare fiducia al corpo, negandogli appunto l’ascolto

Quando ci si avvicina ad approcci non prescrittivi, è importante informarsi, per non cadere in facili fraintendimenti. E a questo proposito ci piace ricordarvi il punto 10 del decalogo che descrive l‘Intuitive Eating:

“Fai scelte alimentari che onorino salute e papille gustative oltre che farti sentire bene. Ricorda che non devi mangiare in modo perfetto o seguire la dieta perfetta per essere sano. Non avrai improvvisamente carenze di nutrienti, né prenderai peso da uno spuntino, un pasto, un giornata. Conta ciò che mangi costantemente nel tempo. Il progresso è ciò che conta, non la perfezione”.

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